LA. TOP. CAL: ricerca e innovazione per un latte di alta qualità

Asso.la.c continua il proprio percorso alla ricerca dell’innovazione e della sostenibilità in stalla. Lo fa da anni attraverso la consulenza dei migliori esperti del settore, incontri di formazione e progetti di ricerca sperimentali che coinvolgono in maniera attiva i propri allevatori.

L’ultimo progetto lanciato dalla nostra cooperativa si chiama LA. TOP. CAL: una ricerca sulla produzione di latte di qualità realizzata all’interno di alcune nostre aziende pilota, in collaborazione dal Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna e l’Università della Basilicata e il sostegno dell’Unione Europea, della Regione Calabria e del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.

Che cos’è LA. TOP. CAL.?

L’obiettivo del progetto di ricerca, coordinato dal professore Andrea Formigoni dell’Università di Bologna, è implementare nelle stalle calabresi metodi integrati di precisione per il razionamento dei foraggi, assicurando così un prodotto sempre più sano, sicuro, di alta qualità e un impiego più efficiente delle risorse negli allevamenti calabresi. Nei mesi scorsi sono state condotte delle rilevazioni nelle “stalle pilota” per comprendere in maniera dettagliata la qualità dei foraggi che vengono forniti quotidianamente alle vacche, soprattutto quelli prodotti internamente, e capire come e dove intervenire per avere una gestione migliore dell’alimentazione dei bovini da latte.

I risultati del progetto sono stati presentati nel corso di un primo evento, tenutosi a Castrovillari il 31 luglio, alla presenza dei ricercatori che hanno condotto lo studio, del presidente di Asso.la.c., Camillo Nola,e dei soci che hanno partecipato all’iniziativa sperimentale.

LA. TOP. CAL. è solo un primo passo verso un maggiore impegno da parte di Assolac sulle questioni della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della sicurezza alimentare. Vogliamo essere all’avanguardia su questi temi per dare ai nostri soci tutti gli strumenti disponibili per essere competitivi sul mercato e dimostrare, ancora una volta, che la filiera del latte calabrese è garanzia di qualità, attenzione ai territori e visione di futuro.

Camillo Nola, presidente di Asso.la.c.
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Il nuovo spot di Assolac in onda su Ten

L’emergenza Covid ha cambiato le nostre abitudini quotidiane, costringendoci a rinunciare ai viaggi, ai grandi eventi e in parte alla nostra libertà. Quello che non è cambiato però è la qualità del latte di Assolac, garantita come sempre dall’immutabile passione dei nostri allevatori.

Abbiamo rappresentato tutto questo in uno spot pubblicitario che nei prossimi giorni sarà in onda su Ten nelle seguenti fasce orarie:

  • 8:00 fine rassegna stampa
  • 14:00 rassegna stampa
  • 15:30 interno trasmissioni medicina, sport, attualità
  • 17:00 prima del tg
  • 22:30 prima del tg

Lo spot sarà disponibile pure online sui nostri canali social (Facebook, Instagram e YouTube).

Anche durante i giorni più difficili della pandemia, con tutta l’Italia in lockdown, Assolac ha effettuato le operazioni di raccolta del latte assicurando ai consumatori il solito prodotto sano, fresco e sicuro.

Una normalità straordinaria, quella della nostra cooperativa e di tutta la filiera del latte.

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I consumatori italiani scelgono il benessere animale

Il benessere animale è una priorità assoluta negli allevamenti da latte calabresi. Provate a visitare le nostre stalle: noterete subito il legame affettivo che unisce gli allevatori con le proprie vacche.

Per i produttori gli animali non rappresentano solo una fonte di reddito, ma sono anche parte integrante della loro storia familiare e personale. Tutti quelli che hanno vissuto in campagna (e in Calabria sono molti) avranno avuto la possibilità di giocare spensieratamente, da bambini, con le balle di fieno o con un vitellino. Alle vacche da latte, insomma, sono legati bei ricordi d’infanzia ed episodi di gioia della propria vita adulta.
C’è poi un aspetto da non sottovalutare: le vacche scandiscono i ritmi (e spesso gli umori) degli allevatori.
Momenti come la mungitura, il parto di un animale o la malattia di un capo di bestiame segnano inevitabilmente la giornata dei nostri soci. In un allevamento da latte non esistono giorni di riposo: tutto ruota attorno alle esigenze degli animali.

Ecco perché il benessere animale è una priorità assoluta per Assolac. Migliorare la salute, l’igiene e la serenità delle proprie vacche è un obiettivo che tutti i soci provano a raggiungere investendo tempo, risorse ed energie.

Anche i consumatori, del resto, premiano quelle stalle che garantiscono agli animali un ambiente sano e sicuro. Anzi c’è di più. Secondo l’ultima analisi di Coldiretti/Ixè due italiani su tre (il 63%) sarebbero disposti a pagare di più per una carne ottenuta rispettando il benessere degli animali. Questo vale ovviamente anche per gli allevamenti da latte.

Assolac intende rafforzare sempre di più la salubrità delle stalle calabresi e combattere chi diffonde notizie (false) sul cattivo stato di salute delle vacche da latte. I nostri animali vivono in stalle ampie, dotate di efficienti sistemi di areazione e ricche di spazi aperti che consentono loro la massima autonomia.
E il nostro obiettivo è migliorare ancora di più effettuando anche una serie di azioni di prevenzione contro le malattie, riducendo l’uso degli antibiotici ed incentivando i controlli sulla qualità del latte prodotto. Il benessere animale non è quindi un principio vuoto, ma la vocazione principale degli allevamenti calabresi.

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Perché è importante ridurre l’uso di antibiotici negli allevamenti

Negli ultimi anni c’è stato un grande dibattito nel mondo agricolo sul tema dell’utilizzo degli antibiotici negli allevamenti. Un uso eccessivo e indiscriminato può causare, infatti, problemi di salute agli animali e all’uomo, oltre a provocare danni economici agli allevatori.

Sia l’Unione Europea che la legislazione italiana sono recentemente intervenuti su questo tema. Oggi gli antibiotici possono essere utilizzati solo per motivi terapeutici e in seguito a specifica diagnosi di patologie come le mastiti, diaree neonatali e patologie di tipo respiratorio. La legge esclude, invece, la somministrazione di antimicrobici agli animali per prevenire malattie o a scopo auxinico, ovvero come fattore di crescita della produttività della vacca.

Al di là delle limitazioni di carattere legale, è fondamentale provare a razionalizzare ancora di più l’uso di questi farmaci.
Una delle ragioni principali riguarda la scoperta, avvenuta negli ultimi anni, di un numero sempre maggiore di specie batteriche resistenti agli antibiotici, generate in parte da un uso intensivo di antimicrobici. La diffusione di questi batteri può causare rilevanti problemi di salute pubblica: diventa quindi ancora più importante intervenire in maniera mirata e consapevole.
Ci sono poi anche delle questioni di natura economica. È stato calcolato, infatti, che tra scarti di latte e in generale costi dovuti a patogeni mastitogeni, ogni stalla rischia di perdere circa 20.000 euro l’anno.

Asso.La.C., allora, sta lavorando per aiutare i propri allevatori a ridurre al minimo l’uso di antibiotici. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale innanzitutto formare al meglio il personale che si occupa delle fasi più delicate dell’attività produttiva (es. mungitura e alimentazione vacche) e migliorare la qualità e l’igiene delle stalle.
Per la nostra cooperativa è essenziale il benessere degli animali e la sicurezza del prodotto finale. Ecco perché forniamo e forniremo sempre ai nostri soci tutta l’assistenza e gli strumenti necessari per avere degli ambienti produttivi efficienti, puliti e all’avanguardia.

Nei prossimi anni sarà necessario poi investire anche sulla biosicurezza, ovvero sulla prevenzione da patologie che colpiscono di più gli animali, e su un percorso diagnostico accurato, cioè su diagnosi che consentano un uso degli antibiotici mirato e razionalizzato.
Il 13 dicembre torneremo a parlare di questo argomento con un incontro con diversi esperti del settore dove si farà il punto della situazione sull’utilizzo degli antibiotici in Calabria e sulle possibili soluzioni per ridurne l’uso. Riteniamo, infatti, sia fondamentale istruire al meglio i nostri soci sulle buone pratiche da adottare in stalla e sulle più recenti evoluzioni e innovazioni in questo ambito.
Seguiteci sulla nostra pagina Facebook per avere maggiori informazioni.

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Il programma di Assolac al Festival del Peperoncino 2018

Anche quest’anno Assolac sarà partner del Festival del Peperoncino. L’evento, che si svolgerà dal 5 al 9 settembre a Diamante, è ormai un punto di riferimento delle manifestazioni calabresi a tema culinario, attraendo in ogni edizione migliaia di persone e ospitando artisti e personalità di spicco nazionale e internazionale.

Assolac sarà presente con il proprio stand durante tutti i cinque giorni del Festival e proporrà una serie di attività volte alla promozione della filiera del latte fresco e del caciocavallo silano Dop.
Quest’anno abbiamo scelto di assegnare il ruolo di protagonista assoluto alla cucina calabrese. Da giovedì a domenica, infatti, nello stand di Assolac saranno realizzati diversi show cooking che avranno come tema il latte e i suoi derivati.
Vi presenteremo ricette fantasiose e facili da realizzare che hanno come ingrediente principale il latte fresco e il caciocavallo silano Dop, accompagnando i piatti con degli ottimi vini calabresi marchiati Ferrocinto.
Sarà quindi un’ottima occasione per conoscere le potenzialità culinarie del latte in un contesto, quello del Festival, che ospita le migliori eccellenze alimentari nostrane.

Venerdì 7 settembre sarà poi il turno delle proiezione del reportage Il Nostro Latte, dove raccontiamo le storie degli allevatori di Assolac e mostriamo il funzionamento di tutta la filiera lattiero casearia, dalla mungitura alla distribuzione, passando per la raccolta e i controlli.
Tutti i visitatori del Festival potranno così conoscere il tipo di lavoro che c’è dietro la produzione di una bottiglia di latte e soprattutto comprendere quali sono i valori che portiamo avanti da più di 30 anni.
Anche quest’anno, infine, ci sarà l’opportunità di assaggiare i nostri prodotti e di chiedere allo staff presente tutto quello che volete sapere sulla filiera del latte calabrese.

Di seguito il programma completo dello stand di Assolac:

  • Giovedì 6 settembre ore 20 – Università del gusto (Lungofiume Sponda destra):
    Show Cooking Il Caciocavallo silano DOP fra storia e sapori
  • Venerdì 7 settembre ore 22 – Università del gusto (Lungofiume Sponda destra):
    Show Cooking
    Il nostro latte – Reportage sul latte fresco in Calabria
  • Sabato 8 settembre ore 21 – Università del gusto (Lungofiume sponda destra):
    Show Cooking: Caciocavallo silano DOP e Vini di Calabria – Un binomio vincente
  • Domenica 9 settembre ore 20 – Università del gusto (Lungofiume sponda destra):
    Show Cooking: Il latte fresco in cucina – Dove e come usarlo
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No, il latte non provoca l’obesità infantile

Il latte e i formaggi non promuovono lo sviluppo dell’obesità infantile. Lo dice una ricerca presentata nell’ultimo congresso europeo sull’obesità svoltosi a Vienna.

I dati sull’obesità infantile e neonatale in Italia

Negli ultimi anni si era diffusa la preoccupante convinzione che ci fosse una stretta correlazione tra il consumo di latte vaccino e l’insorgere dell’obesità infantile. Un problema, quest’ultimo, che l’Italia deve fronteggiare con particolare attenzione: nel nostro Paese, infatti, il 21% dei bambini soffre di obesità e circa la metà è in sovrappeso. Sono dati che collocano addirittura l’Italia al poco edificante primo posto a livello europeo e che devono sicuramente fare riflettere.
Preoccupano anche i numeri relativi ai bambini con meno di un anno. Secondo lo studio nazionale “Piccolipiù“, infatti, il 23,4% dei bambini e il 22,1% delle bambine di età inferiore a 12 mesi si trova sopra il limite dei bambini sovrappeso.
Il problema, dunque, dell’obesità infantile e neonatale è serio e va affrontato.

Il latte non promuove obesità e sovrappeso

Non c’è però alcun rapporto certo e provato scientificamente tra il consumo di latte e derivati e l’obesità infantile. Secondo, infatti, uno studio coordinato da Anestis Dougkas, endocrinologo dell’Istituto Paul Bocuse, e presentato al recente congresso di Vienna non ci sono prove che un’alimentazione con la presenza di latte e formaggi stimoli la fame dei bambini e favorisca l’obesità.

La ricerca ha coinvolto oltre 200mila bambini tra il 1990 e il 2017 e ha rivisto profondamente gli esiti di alcuni studi effettuati negli anni Ottanta. “I nostri risultati – hanno dichiarato i ricercatori – dovrebbero alleviare qualsiasi preoccupazione che i genitori possano avere riguardo alla limitazione del consumo di latte e prodotti lattiero-caseari dei loro figli sulla base del fatto che possano promuovere l’obesità“.

Al contrario, secondo questa ricerca, il latte vaccino e i formaggi sono fondamentali per la crescita dei bambini, quindi il consumo di questi prodotti (soprattutto in tenera età) va sicuramente promosso (l’importante, ovviamente, è non esagerare!).

Verso una migliore educazione alimentare per i bambini

In generale questa ricerca smonta l’ennesima fake news alimentare, molte delle quali riguardano proprio il latte e i formaggi. Di qui ai prossimi anni sarà fondamentale effettuare percorsi di educazione alimentare per i genitori e i bambini, aiutandoli a comprendere le notizie inesatte e a capire quali sono i benefici ed eventualmente i limiti di un’alimentazione basata anche sui prodotti lattiero-caseari.

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Da Cosenza a Castrovillari: i 30 anni di Assolac

Quest’anno Assolac festeggerà il trentesimo compleanno. Una ricorrenza importante che certifica un percorso di crescita portato avanti da centinaia di persone, provenienti da tutta la Calabria, che hanno deciso di investire su un modello e su un territorio.

La Centrale del Latte di Cosenza

il latte della centrale calabria
Un’immagine d’epoca dello stabilimento della Centrale del Latte di Cosenza situato in Via degli Stadi (CS)

Ve la ricordate la Centrale del Latte di Cosenza? Proprio lì è iniziato tutto. Era il 1965 quando veniva inaugurato lo stabilimento in Via degli Stadi; all’epoca la nostra cooperativa si occupava solo della lavorazione e della vendita del latte fresco, mentre la raccolta era affidata ad una società terza. I principi, però, erano gli stessi: cooperazione, valorizzazione economica e sociale del territorio, aggregazione. Da noi piccole e grandi stalle hanno sempre vissuto sotto lo stesso tetto, rispettando le stesse regole e condividendo spese, investimenti e remunerazione.

Così quando nel 1988 nacque il consorzio cooperativo Asso.la.c, che aveva come obiettivo quello di ampliare il paniere di prodotti e di ristrutturare l’azienda, il cambiamento organizzativo non risultò traumatico. Se i valori rimangono gli stessi, infatti, è più facile affrontare anche le sfide più difficili.

Il trasferimento da Cosenza a Castrovillari

Il miglior modo per descrivere questo passaggio storico è rappresentato dalle parole di Gaetano Nola, ovvero di chi ha seguito in prima persona le prime fasi dell’azienda. “Non ci credevo nemmeno io quando siamo riusciti a trasferire un’iniziativa importantissima come la Centrale del Latte di Cosenza da Cosenza a Castrovillari. All’inizio c’erano diverse possibilità, tra le quali quella di Montalto. Alla fine, però, dopo il no del Governo all’ipotesi Montalto, abbiamo deciso di trasferirci dove c’erano più opportunità di produrre latte e dove c’era la superficie sufficiente per costruire uno stabilimento all’avanguardia. Oggi quello di Castrovillari è un gioiello d’impianto, una struttura nella quale confluisce il latte proveniente da quasi tutta la Calabria e dalla quale vengono smistati prodotti lattiero caseari in tutta Italia“.

L’unione e la cooperazione come motori di sviluppo

Negli anni Novanta e Duemila Assolac è riuscita a fronteggiare al meglio i cambiamenti interni ed esterni (uno su tutti la fine delle quote latte), nonostante innumerevoli difficoltà. Tutti sappiamo quanto sia impegnativo per un allevatore rimanere a galla in un mercato dove la competizione è al ribasso e dove i costi di produzione sono sempre più elevati. L’unico modo, però, per sopravvivere è stare uniti.

La nostra cooperativa ha scelto da tempo questa strada. Da Cosenza a Castrovillari, passando da piccole unità di trasformazione del latte al moderno impianto produttivo di Contrada Ciparsia, il modello è rimasto il medesimo. Questo è il nostro orgoglio e il nostro più grande regalo, trent’anni dopo.

A partire da 1:03:10 potete ascoltare le parole di Gaetano Nola su Asso.la.c e sul trasferimento dello stabilimento da Cosenza a Castrovillari. 

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Leggi bene l’etichetta

Una delle domande più ricorrenti tra i consumatori riguarda la provenienza del latte. Come scegliere una confezione di latte alimentare? Vi aiutiamo, allora, a leggere attentamente l’etichetta per reperire tutte le informazioni necessarie.

Latte pastorizzato a temperatura elevata

Le informazioni sulle modalità di conservazione, i consigli d’uso e la certificazione sul benessere animale.

Il marchio più famoso in regione per il latte alimentare è Centrali del Latte di Calabria. Potete trovare le bottiglie da 1 o 1,5 litri nel banco frigo degli alimentari e dei principali supermercati. 

Sul retro della bottiglia ci sono tutte le informazioni sull’origine del latte, oltre all’indicazione dello stabilimento dove il latte è stato lavorato e confezionato.

Il partner Granarolo

Granarolo, la più importante azienda italiana del settore lattiero-caseario con diversi stabilimenti in Italia, come Bologna, Gioia del Colle, Vernate, Soliera e Castrovillari, utilizza latte di origine italiana. Come fare, quindi, ad acquistare una bottiglia di latte con origine Italia, a marchio Granarolo, lavorato in Calabria?

Lo stabilimento di produzione

Sul retro della bottiglia si trova la legenda con tutti gli stabilimenti di produzione possibili e le lettere corrispondenti, la zona di mungitura che definisce il luogo di origine del latte, i consigli d’uso e le modalità di conservazione. Conoscere tutti questi aspetti è importante per comprendere cosa c’è dietro una bottiglia di latte.

Il latte UHT

Sull’etichetta sono presenti le informazioni sullo stabilimento di produzione, i valori nutrizionali e il materiale della bottiglia

Per quanto riguarda, invece, le bottiglie di latte Granarolo a lunga conservazione come quello scremato o parzialmente scremato, gli stabilimenti sono quelli di Bologna, Soliera (MO), Gioia del Colle (BA) e Castrovillari (CS).

Vi ricordiamo, infine, che sull’etichetta trovate anche i dati sul contenuto nutrizionale del latte, ovvero la percentuale di grassi, carboidrati, proteine e zuccheri.

Tutte queste informazioni, grazie alla tracciabilità, offrono al consumatore la possibilità di effettuare una scelta d’acquisto consapevole, responsabile ed orientata alla valorizzazione territoriale delle produzioni sia per l’origine del latte utilizzato che per il sito di trasformazione coinvolto nella lavorazione e confezionamento.

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Etichetta alimentare: cosa dice il nuovo regolamento europeo

L’Unione Europea ha approvato il Regolamento n. 1169/2011 sull’indicazione in etichetta dell’origine degli alimenti. Il provvedimento farà decadere i quattro decreti italiani sull’etichettatura d’origine di latte e formaggi, pasta, riso e derivati del pomodoro, creando così non pochi problemi alle imprese che hanno investito in questi mesi per adeguarsi alla nuova normativa.

Cosa dice il regolamento europeo sulle etichette alimentari

Il regolamento, approvato da tutti i paesi membri dell’Unione europea, esclusi Germania e Lussemburgo che si sono astenuti, entrerà in vigore ad aprile 2020. Ma cosa prevede nello specifico la nuova normativa europea? I produttori dovranno indicare sull’etichetta alimentare l’origine della materia prima quando il luogo di provenienza dell’alimento è indicato – o anche semplicemente evocato – e non è lo stesso di quello del suo ingrediente primario. Nel caso del settore lattiero-caseario, ad esempio, dovrà essere indicata l’origine del latte sull’etichetta di derivati come mozzarelle e ricotte se il latte proviene da un Paese diverso dall’Italia.

Il regolamento intende rafforzare il principio di trasparenza in favore dei consumatori, ma in realtà risulta essere più debole rispetto all’attuale disciplina italiana in materia di etichettatura obbligatoria. Viene lasciata, infatti, moltissima flessibilità ai produttori sulla portata geografica del riferimento all’origine (da Ue/non Ue, fino all’indicazione del Paese o della regione). In questo modo diventa a tutti gli effetti un sistema volontario di etichetta trasparente che mal si adatta quindi all’esigenza di proteggere e valorizzare le produzioni locali.

Gli aspetti critici

C’è poi un altro aspetto molto critico del regolamento europeo. Il provvedimento non si applica ai prodotti DOP, IGP e STG, né a quelli che hanno un marchio registrato. Proprio quest’ultimo è l’elemento di maggiore criticità del regolamento, contestato, anche piuttosto aspramente, delle associazioni di categoria come la Coldiretti. “Pronunciandosi a favore dell’etichettatura di origine rimessa, di fatto, all’arbitraria decisione degli operatori alimentari, ancora una volta la Commissione – sottolinea la Coldiretti – ha scelto un compromesso al ribasso che favorisce gli inganni e impedisce scelte di acquisto consapevoli per i consumatori europei“.

La scelta di non applicare il regolamento a quei prodotti con marchio registrato può rappresentare, ad esempio, un duro colpo per chi combatte il falso Made in Italy, fenomeno molto diffuso soprattutto in Cina e negli Stati Uniti, ma presente anche sul mercato europeo.

Che fine faranno i decreti italiani sull’etichettatura obbligatoria?

Un’ultima questione che il Mipaaf sarà chiamato a chiarire nei prossimi giorni riguarda la decadenza dei 4 decreti ministeriali su latte e formaggi, pasta, riso e derivati del pomodoro. Nei testi dei decreti, infatti, si dice che perderanno la loro efficacia “dal giorno della data di entrata in vigore degli atti esecutivi ai sensi dell’art. 26, paragrafi 5 e 8, del regolamento (Ue) n. 1169/2011“.
La normativa italiana in materia di etichetta alimentare trasparente subirebbe così grossi stravolgimenti: si passerebbe di fatto da un sistema di etichettatura obbligatoria o uno di etichettatura volontaria.

Su questo punto è intervenuto Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane: “Le cooperative agricole che indicavano l’origine italiana della materia prima sui loro prodotti in maniera volontaria ancor prima della emanazione dei decreti ministeriali, continueranno a rispettare le disposizioni nazionali sull’origine, per valorizzare il prodotto dei loro soci e per rispondere alle esigenze di trasparenza dei consumatori“.

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Lo spot pubblicitario di Asso.La.C su Ten e LaC per tutto il mese di Dicembre

Parte ufficialmente la campagna di comunicazione di Assolac sulle televisioni locali. Dall’1 al 31 dicembre potrete vedere il nostro spot pubblicitario su LaC e Ten Teleuropa.

Lo spot

Tutto il mese di dicembre, dunque, sarà dedicato alla promozione del latte fresco calabrese. Per l’occasione è stato realizzato uno spot di 30 secondi che vuole rispondere ad una semplice domanda: cosa c’è davvero nel latte calabrese? Il prodotto che vedete ogni giorno nel banco frigo è solo l’ultimo tassello di un lungo processo, dove emergono – più di ogni altra cosa – le storie e i valori dei nostri allevatori.

I protagonisti

Per questo motivo i protagonisti dello spot sono proprio i produttori. Dentro una bottiglia di latte ci sono soprattutto le esperienze di vita, i sacrifici e la passione di chi ha scelto di dedicare tutte le energie ai propri animali e al proprio territorio. I sorrisi e le parole degli allevatori, proiettati sul piccolo schermo, raccontano alla perfezione l’orgoglio e la soddisfazione che questi ultimi provano nel vedere il prodotto finale sugli scaffali.
Lo spot si conclude con lo slogan “bevi responsabilmente” perché comprando una bottiglia di latte fresco calabrese non si sceglie solo di acquistare un prodotto di qualità, ma di sostenere l’economia locale.

La programmazione televisiva

Il messaggio pubblicitario andrà in onda cinque volte al giorno nelle seguenti fasce orarie:

  • Ten Teleuropa: 15:00; 16:30; 18:00; 20:25; 21:30.
  • LaC: 7:30; 13:45; 14:15; 19:15; 24:00.

A partire da lunedì 4 dicembre La C cambierà la propria programmazione e saranno modificati, di conseguenza, anche gli orari di messa in onda dello spot. Queste le nuove fasce orarie:

  • LaC (dal 4 al 31 dicembre): 7:30; 14:00; 14:30; 19:55; 20:30; 23:55.

La campagna social

Parallelamente alla campagna televisiva, Assolac porterà avanti un’azione di comunicazione sui social media che avrà come protagonisti sempre gli allevatori. Sui canali Facebook, Twitter, YouTube e Instagram di Assolac troverete dei brevi video in cui i soci risponderanno ad alcune delle domande più frequenti sul settore lattiero-caseario. Vi parleremo, ad esempio, del ruolo del latte nell’alimentazione quotidiana e del benessere animale. Avranno grande spazio, inoltre, il tema del valore sociale ed economico della filiera del latte fresco calabrese e quello dell’aggregazione.
In questo modo sarà possibile conoscere meglio il funzionamento del comparto lattiero-caseario calabrese attraverso le parole e le esperienze di chi vive giorno questa realtà.

Il video

Qui trovate il video dello spot pubblicitario che vi accompagnerà su Ten e LaC per tutto il mese di dicembre, compreso il periodo natalizio. Buona visione!

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