Da Cosenza a Castrovillari: i 30 anni di Assolac

Quest’anno Assolac festeggerà il trentesimo compleanno. Una ricorrenza importante che certifica un percorso di crescita portato avanti da centinaia di persone, provenienti da tutta la Calabria, che hanno deciso di investire su un modello e su un territorio.

La Centrale del Latte di Cosenza

il latte della centrale calabria
Un’immagine d’epoca dello stabilimento della Centrale del Latte di Cosenza situato in Via degli Stadi (CS)

Ve la ricordate la Centrale del Latte di Cosenza? Proprio lì è iniziato tutto. Era il 1965 quando veniva inaugurato lo stabilimento in Via degli Stadi; all’epoca la nostra cooperativa si occupava solo della lavorazione e della vendita del latte fresco, mentre la raccolta era affidata ad una società terza. I principi, però, erano gli stessi: cooperazione, valorizzazione economica e sociale del territorio, aggregazione. Da noi piccole e grandi stalle hanno sempre vissuto sotto lo stesso tetto, rispettando le stesse regole e condividendo spese, investimenti e remunerazione.

Così quando nel 1988 nacque il consorzio cooperativo Asso.la.c, che aveva come obiettivo quello di ampliare il paniere di prodotti e di ristrutturare l’azienda, il cambiamento organizzativo non risultò traumatico. Se i valori rimangono gli stessi, infatti, è più facile affrontare anche le sfide più difficili.

Il trasferimento da Cosenza a Castrovillari

Il miglior modo per descrivere questo passaggio storico è rappresentato dalle parole di Gaetano Nola, ovvero di chi ha seguito in prima persona le prime fasi dell’azienda. “Non ci credevo nemmeno io quando siamo riusciti a trasferire un’iniziativa importantissima come la Centrale del Latte di Cosenza da Cosenza a Castrovillari. All’inizio c’erano diverse possibilità, tra le quali quella di Montalto. Alla fine, però, dopo il no del Governo all’ipotesi Montalto, abbiamo deciso di trasferirci dove c’erano più opportunità di produrre latte e dove c’era la superficie sufficiente per costruire uno stabilimento all’avanguardia. Oggi quello di Castrovillari è un gioiello d’impianto, una struttura nella quale confluisce il latte proveniente da quasi tutta la Calabria e dalla quale vengono smistati prodotti lattiero caseari in tutta Italia“.

L’unione e la cooperazione come motori di sviluppo

Negli anni Novanta e Duemila Assolac è riuscita a fronteggiare al meglio i cambiamenti interni ed esterni (uno su tutti la fine delle quote latte), nonostante innumerevoli difficoltà. Tutti sappiamo quanto sia impegnativo per un allevatore rimanere a galla in un mercato dove la competizione è al ribasso e dove i costi di produzione sono sempre più elevati. L’unico modo, però, per sopravvivere è stare uniti.

La nostra cooperativa ha scelto da tempo questa strada. Da Cosenza a Castrovillari, passando da piccole unità di trasformazione del latte al moderno impianto produttivo di Contrada Ciparsia, il modello è rimasto il medesimo. Questo è il nostro orgoglio e il nostro più grande regalo, trent’anni dopo.

A partire da 1:03:10 potete ascoltare le parole di Gaetano Nola su Asso.la.c e sul trasferimento dello stabilimento da Cosenza a Castrovillari. 

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Leggi bene l’etichetta

Una delle domande più ricorrenti tra i consumatori riguarda la provenienza del latte. Come scegliere una confezione di latte alimentare? Vi aiutiamo, allora, a leggere attentamente l’etichetta per reperire tutte le informazioni necessarie.

Latte pastorizzato a temperatura elevata

Le informazioni sulle modalità di conservazione, i consigli d’uso e la certificazione sul benessere animale.

Il marchio più famoso in regione per il latte alimentare è Centrali del Latte di Calabria. Potete trovare le bottiglie da 1 o 1,5 litri nel banco frigo degli alimentari e dei principali supermercati. 

Sul retro della bottiglia ci sono tutte le informazioni sull’origine del latte, oltre all’indicazione dello stabilimento dove il latte è stato lavorato e confezionato.

Il partner Granarolo

Granarolo, la più importante azienda italiana del settore lattiero-caseario con diversi stabilimenti in Italia, come Bologna, Gioia del Colle, Vernate, Soliera e Castrovillari, utilizza latte di origine italiana. Come fare, quindi, ad acquistare una bottiglia di latte con origine Italia, a marchio Granarolo, lavorato in Calabria?

Lo stabilimento di produzione

Sul retro della bottiglia si trova la legenda con tutti gli stabilimenti di produzione possibili e le lettere corrispondenti, la zona di mungitura che definisce il luogo di origine del latte, i consigli d’uso e le modalità di conservazione. Conoscere tutti questi aspetti è importante per comprendere cosa c’è dietro una bottiglia di latte.

Il latte UHT

Sull’etichetta sono presenti le informazioni sullo stabilimento di produzione, i valori nutrizionali e il materiale della bottiglia

Per quanto riguarda, invece, le bottiglie di latte Granarolo a lunga conservazione come quello scremato o parzialmente scremato, gli stabilimenti sono quelli di Bologna, Soliera (MO), Gioia del Colle (BA) e Castrovillari (CS).

Vi ricordiamo, infine, che sull’etichetta trovate anche i dati sul contenuto nutrizionale del latte, ovvero la percentuale di grassi, carboidrati, proteine e zuccheri.

Tutte queste informazioni, grazie alla tracciabilità, offrono al consumatore la possibilità di effettuare una scelta d’acquisto consapevole, responsabile ed orientata alla valorizzazione territoriale delle produzioni sia per l’origine del latte utilizzato che per il sito di trasformazione coinvolto nella lavorazione e confezionamento.

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Etichetta alimentare: cosa dice il nuovo regolamento europeo

L’Unione Europea ha approvato il Regolamento n. 1169/2011 sull’indicazione in etichetta dell’origine degli alimenti. Il provvedimento farà decadere i quattro decreti italiani sull’etichettatura d’origine di latte e formaggi, pasta, riso e derivati del pomodoro, creando così non pochi problemi alle imprese che hanno investito in questi mesi per adeguarsi alla nuova normativa.

Cosa dice il regolamento europeo sulle etichette alimentari

Il regolamento, approvato da tutti i paesi membri dell’Unione europea, esclusi Germania e Lussemburgo che si sono astenuti, entrerà in vigore ad aprile 2020. Ma cosa prevede nello specifico la nuova normativa europea? I produttori dovranno indicare sull’etichetta alimentare l’origine della materia prima quando il luogo di provenienza dell’alimento è indicato – o anche semplicemente evocato – e non è lo stesso di quello del suo ingrediente primario. Nel caso del settore lattiero-caseario, ad esempio, dovrà essere indicata l’origine del latte sull’etichetta di derivati come mozzarelle e ricotte se il latte proviene da un Paese diverso dall’Italia.

Il regolamento intende rafforzare il principio di trasparenza in favore dei consumatori, ma in realtà risulta essere più debole rispetto all’attuale disciplina italiana in materia di etichettatura obbligatoria. Viene lasciata, infatti, moltissima flessibilità ai produttori sulla portata geografica del riferimento all’origine (da Ue/non Ue, fino all’indicazione del Paese o della regione). In questo modo diventa a tutti gli effetti un sistema volontario di etichetta trasparente che mal si adatta quindi all’esigenza di proteggere e valorizzare le produzioni locali.

Gli aspetti critici

C’è poi un altro aspetto molto critico del regolamento europeo. Il provvedimento non si applica ai prodotti DOP, IGP e STG, né a quelli che hanno un marchio registrato. Proprio quest’ultimo è l’elemento di maggiore criticità del regolamento, contestato, anche piuttosto aspramente, delle associazioni di categoria come la Coldiretti. “Pronunciandosi a favore dell’etichettatura di origine rimessa, di fatto, all’arbitraria decisione degli operatori alimentari, ancora una volta la Commissione – sottolinea la Coldiretti – ha scelto un compromesso al ribasso che favorisce gli inganni e impedisce scelte di acquisto consapevoli per i consumatori europei“.

La scelta di non applicare il regolamento a quei prodotti con marchio registrato può rappresentare, ad esempio, un duro colpo per chi combatte il falso Made in Italy, fenomeno molto diffuso soprattutto in Cina e negli Stati Uniti, ma presente anche sul mercato europeo.

Che fine faranno i decreti italiani sull’etichettatura obbligatoria?

Un’ultima questione che il Mipaaf sarà chiamato a chiarire nei prossimi giorni riguarda la decadenza dei 4 decreti ministeriali su latte e formaggi, pasta, riso e derivati del pomodoro. Nei testi dei decreti, infatti, si dice che perderanno la loro efficacia “dal giorno della data di entrata in vigore degli atti esecutivi ai sensi dell’art. 26, paragrafi 5 e 8, del regolamento (Ue) n. 1169/2011“.
La normativa italiana in materia di etichetta alimentare trasparente subirebbe così grossi stravolgimenti: si passerebbe di fatto da un sistema di etichettatura obbligatoria o uno di etichettatura volontaria.

Su questo punto è intervenuto Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane: “Le cooperative agricole che indicavano l’origine italiana della materia prima sui loro prodotti in maniera volontaria ancor prima della emanazione dei decreti ministeriali, continueranno a rispettare le disposizioni nazionali sull’origine, per valorizzare il prodotto dei loro soci e per rispondere alle esigenze di trasparenza dei consumatori“.

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L’agroalimentare dice no all’etichetta a semaforo

Il mondo dell’agroalimentare si oppone all’etichetta a semaforo, un sistema entrato in vigore di recente in Gran Bretagna e Francia e che rischia di penalizzare fortemente il Made in Italy.

Che cos’è l’etichetta a semaforo 

L’etichetta a semaforo nasce con l’obiettivo di fornire ai consumatori informazioni sui contenuti nutrizionali degli alimenti. Lo fa però attraverso modalità che possono diventare fuorvianti ed ingannevoli. Vengono disegnati, infatti, sull’etichetta dei prodotti dei veri e propri bollini di colore rosso, giallo o verde in base alla semplice presenza di nutrienti come grassi, sali e zuccheri, senza tenere conto della quantità effettivamente consumata. Accade, ad esempio, che eccellenze italiane come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano siano state etichettate con il colore rosso per il solo contenuto nutritivo.

Le conseguenze per il Made in Italy

Non è un caso che da quando in Gran Bretagna è entrato in vigore questo sistema, ovvero il 2017, le esportazioni di olio di oliva siano calate dell’11%. Anche la Francia, di recente, ha adottato un sistema di etichetta a semaforo con cinque colori che segnalano lo “score” di un prodotto in base alla presenza di determinate sostanze nutrienti come grassi o fibre.

Il bollino rosso su alcuni prodotti DOP rischia di penalizzare fortemente il Made in Italy. L’Italia, infatti, è prima tra i paesi dell’Unione Europea per numero di certificazioni Dop, Igp e Stg con 291 specialità certificate. L’adozione di sistemi di questo tipo danneggia chi danni produce alimenti di qualità e non fornisce neppure le corrette informazioni ai consumatori.

La reazione dell’agroalimentare italiano 

Le associazioni di categoria degli agricoltori e i rappresentanti istituzionali italiani si sono opposti fermamente all’etichetta a semaforo, impedendone l’estensione a tutti i paesi dell’Unione Europea. Sul punto si è espresso anche il presidente di Fedagri – Confcooperative, Giorgio Mercuri: “La qualità e l’indiscusso valore delle produzioni alimentari made in Italy vanno difesi da sistemi di etichettatura che veicolano ai consumatori messaggi fuorvianti, facendo leva solo su singoli parametri e su valutazioni astratte che non considerano i prodotti nel ruolo che essi rivestono nel più ampio riferimento al contesto generale di uno stile di vita quale quello mediterraneo“. Secondo Mercuri vanno esclusi quei sistemi di etichettatura che prevedono un solo criterio di giudizio in quanto rischiano di arrecare più danni che benefici ai consumatori.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo: “L’Unione Europea deve intervenire per impedire un sistema di etichettatura, fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta“.

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Calabria: i valori e le storie degli allevatori

Gli allevatori sono il cuore pulsante di Asso.La.C. Dietro ogni singola bottiglia di latte fresco calabrese ci sono scelte difficili da prendere ed un lavoro metodico che sarebbe impossibile da portare avanti senza dei valori forti.

Quali sono allora i valori che guidano l’azione di un allevatore? Quali storie si portano dietro? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro con una serie di video in cui andiamo oltre i metodi di produzione e di raccolta del latte, cercando al contrario di raccontare le persone.

I valori degli allevatori

Attraverso le loro parole si intravede il filo invisibile che tiene insieme Asso.La.C. da quasi 30 anni: la voglia di stare insieme e di creare valore per un territorio pieno di criticità come la Calabria. L’amore incondizionato verso la propria terra e la conseguente volontà di valorizzare allevamenti e produzioni locali hanno spinto i nostri allevatori a restare nella propria regione per creare un modello economico e sociale vincente.
Ecco perché bere il latte fresco calabrese è un atto di responsabilità.

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Il reportage sulla filiera del latte calabrese in onda su Ten

Sbarca in TV il reportage sul latte fresco calabrese. Il documentario che racconta le storie dei produttori di Asso.La.C e descrive il funzionamento dell’intera filiera andrà in onda questo fine settimana su Ten Teleuropa.

Asso.La.C. su Ten Teleuropa

Dopo avere ottenuto ottimi risultati sul web, con migliaia di interazioni sulla pagina Facebook Latte fresco calabrese e di visualizzazioni sul canale YouTube di Asso.La.C, il reportage farà adesso il suo debutto sul piccolo schermo. Ad ospitare le nostre stalle e i nostri allevatori sarà la televisione locale Ten Teleuropa.

La programmazione televisiva

I giorni e gli orari di messa in onda sono i seguenti:

  • Sabato 6 gennaio alle ore 19:00
  • Domenica 7 gennaio alle ore 13:30

Il viaggio della raccolta del latte

Per l’occasione potrete vedere una versione del reportage da 20 minuti, in cui vengono ripercorse tutte le tappe dell’ autocisterna della raccolta del latte in un viaggio coinvolgente attraverso tutta la Calabria. Una delle caratteristiche principali di Asso.La.C è proprio l’unione e la sinergia tra territori e persone diverse. Grazie alla formula cooperativa la nostra realtà riesce ad aggregare tante piccole aziende, a fare sistema e a valorizzare così al meglio le produzioni locali.

Il documentario vi porterà all’interno del camion di raccolta del latte, con una prospettiva privilegiata anche sulle stalle calabresi e sul laboratorio di analisi, mostrandovi tutto il lavoro e l’organizzazione che c’è dietro una bottiglia di latte fresco. Non mancano, inoltre, le immagini che ritraggono alla perfezione il territorio calabrese in tutta la sua varietà e bellezza paesaggistica. Alla fine di questo viaggio sarete in grado di dare un volto, una voce e un contesto ai protagonisti silenziosi della nostra filiera agroalimentare.

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Lo spot pubblicitario di Asso.La.C su Ten e LaC per tutto il mese di Dicembre

Parte ufficialmente la campagna di comunicazione di Assolac sulle televisioni locali. Dall’1 al 31 dicembre potrete vedere il nostro spot pubblicitario su LaC e Ten Teleuropa.

Lo spot

Tutto il mese di dicembre, dunque, sarà dedicato alla promozione del latte fresco calabrese. Per l’occasione è stato realizzato uno spot di 30 secondi che vuole rispondere ad una semplice domanda: cosa c’è davvero nel latte calabrese? Il prodotto che vedete ogni giorno nel banco frigo è solo l’ultimo tassello di un lungo processo, dove emergono – più di ogni altra cosa – le storie e i valori dei nostri allevatori.

I protagonisti

Per questo motivo i protagonisti dello spot sono proprio i produttori. Dentro una bottiglia di latte ci sono soprattutto le esperienze di vita, i sacrifici e la passione di chi ha scelto di dedicare tutte le energie ai propri animali e al proprio territorio. I sorrisi e le parole degli allevatori, proiettati sul piccolo schermo, raccontano alla perfezione l’orgoglio e la soddisfazione che questi ultimi provano nel vedere il prodotto finale sugli scaffali.
Lo spot si conclude con lo slogan “bevi responsabilmente” perché comprando una bottiglia di latte fresco calabrese non si sceglie solo di acquistare un prodotto di qualità, ma di sostenere l’economia locale.

La programmazione televisiva

Il messaggio pubblicitario andrà in onda cinque volte al giorno nelle seguenti fasce orarie:

  • Ten Teleuropa: 15:00; 16:30; 18:00; 20:25; 21:30.
  • LaC: 7:30; 13:45; 14:15; 19:15; 24:00.

A partire da lunedì 4 dicembre La C cambierà la propria programmazione e saranno modificati, di conseguenza, anche gli orari di messa in onda dello spot. Queste le nuove fasce orarie:

  • LaC (dal 4 al 31 dicembre): 7:30; 14:00; 14:30; 19:55; 20:30; 23:55.

La campagna social

Parallelamente alla campagna televisiva, Assolac porterà avanti un’azione di comunicazione sui social media che avrà come protagonisti sempre gli allevatori. Sui canali Facebook, Twitter, YouTube e Instagram di Assolac troverete dei brevi video in cui i soci risponderanno ad alcune delle domande più frequenti sul settore lattiero-caseario. Vi parleremo, ad esempio, del ruolo del latte nell’alimentazione quotidiana e del benessere animale. Avranno grande spazio, inoltre, il tema del valore sociale ed economico della filiera del latte fresco calabrese e quello dell’aggregazione.
In questo modo sarà possibile conoscere meglio il funzionamento del comparto lattiero-caseario calabrese attraverso le parole e le esperienze di chi vive giorno questa realtà.

Il video

Qui trovate il video dello spot pubblicitario che vi accompagnerà su Ten e LaC per tutto il mese di dicembre, compreso il periodo natalizio. Buona visione!

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Il latte abbatte il rischio di tumore al colon

Il latte e i formaggi diminuiscono sensibilmente il rischio di contrarre tumori al colon retto. Lo dice una ricerca del World Cancer Research Fund (Wcr) che analizza il rapporto tra attività fisica, alimentazione e cancro al colon retto.

Cosa dice la ricerca

L’indagine mette insieme 99 studi effettuati negli ultimi sei anni su un campione di 29 milioni di persone, di cui 247 mila con tumore al colon retto. In base ai dati raccolti dagli studiosi, tutti i prodotti lattiero caseari – dunque anche i formaggi – rientrano nella categoria di alimenti che svolgono una funzione preventiva contro questa specifica patologia.
Le ricerche scientifiche dimostrano, quindi, ancora una volta come il latte e i suoi derivati siano degli alimenti essenziali per tutte le fasce di età, soprattutto nelle fasi di crescita di un individuo, grazie all’equilibrato contenuto di grassi, proteine, vitamine, zuccheri e sali minerali.

Il latte e lo sport

Gli effetti benefici del latte si estendono anche a chi fa sport. L’alimentazione di uno sportivo, infatti, non può prescindere da un buon bicchiere di latte, specie nella fase di recupero post attività fisica. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Applied Physiology, Nutrion and Metabolism, il latte è la bevanda migliore da assumere dopo le prestazioni sportive. La giusta presenza di sodio, carboidrati e proteine consente, infatti, all’organismo di trattenere i liquidi e di conseguenza di recuperare l’acqua persa durante l’attività fisica.

In base ai risultati di questa ricerca il livello di idratazione degli sportivi, dopo aver bevuto una tazza di latte, risulta essere superiore rispetto a quello rilevato dopo aver ingerito una comune bevanda idro-salina.
Secondo gli studiosi, inoltre, il latte aiuta a ridurre la massa grassa e ad aumentare allo stesso tempo le fibre muscolari. Assumere almeno 200 ml di latte nell’ora successiva allo sforza fisico facilita il recupero e permette agli sportivi di accrescere la propria massa muscolare.

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Latte: fine delle proroghe, il Made in Italy sbarca sulle etichette

È scaduto il termine di 180 giorni per smaltire le scorte di prodotti lattiero-caseari che non contenevano sull’etichetta l’indicazione d’origine del latte. Da oggi, dunque, l’etichettatura obbligatoria diventa definitiva.

La norma che tutela il Made in Italy

Ad annunciarlo è Coldiretti, sottolineando come il decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari”, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011 firmato dai ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, diventa adesso valido per tutti i produttori.
L’intento del decreto è tutelare il Made in Italy di fronte all’invasione sempre più cospicua di prodotti lattiero-caseari realizzati con latte proveniente dai paesi esteri. Grazie alla nuova etichetta, invece, i consumatori potranno conoscere la provenienza della materia prima ed il luogo di trasformazione e scegliere così di acquistare il latte, ma anche il burro, i formaggi e lo yogurt prodotti in Italia.

Le diciture sulle etichette

Sulle etichette troverete le seguenti diciture:

  • Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato munto il latte”;
  • Paese di condizionamento o trasformazione: nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato”.

em8a3427Il nuovo assetto normativo sarà uno strumento molto importante per proteggere sia i produttori che i consumatori italiani. Questi ultimi, infatti, sono sempre più sensibili alla questione dell’origine dei prodotti alimentari. Non è un caso che nella consultazione pubblica effettuata dal Ministero delle Politiche Agricole il 95% degli intervistati abbia definito molto importante riportare l’origine della materia prima sulle etichette del latte fresco.
Oggi i consumatori sono disposti anche a spendere di più per acquistare prodotti italiani, sostenibili e sicuri. Ecco perché avere uno strumento di salvaguardia come l’etichettatura obbligatoria è senza dubbio un passo importante verso la crescita del nostro settore lattiero-caseario e verso una maggiore tutela dei consumatori e delle loro scelte alimentari.

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#UnTuffoNelLatte: Premio a Giovanni Tocci

Dopo aver gioito per la sua medaglia di bronzo ai Mondiali di Tuffi a Budapest, Asso.La.C. e Calabrialatte abbracciano Giovanni Tocci.
L’atleta ventitreenne cosentino è stato premiato presso lo stabilimento di Calabrialatte a Castrovillari (Cs) nel corso dell’evento #UnTuffoNelLatte. Grazie ai risultati ottenuti questa estate, Tocci ha portato in alto il nome della sua terra meritandosi questo importante riconoscimento.

Membro di famiglia

I dipendenti di Asso.La.C. e Calabrialatte hanno accolto Giovanni con l’affetto che si deve ad uno di famiglia. Sono anni, infatti, che il padre Gabriele fa parte delle maestranze di Calabria Latte, svolgendo un ruolo importante nella filiera del latte fresco calabrese.
Siamo orgogliosi della visita di Giovanni e di avere il piacere di lavorare con il papà ormai da anni – ha dichiarato Giuseppe Morrone, direttore di stabilimento di Calabria Latte – Vogliamo ringraziarlo per le emozioni immense che ci ha regalato: ho visto piangere dalla felicità qualche collega per il raggiungimento di questo splendido risultato”.

Anche il presidente di Asso.La.C., Camillo Nola, ha voluto esprimere il proprio orgoglio per i traguardi raggiunti da Tocci, sottolineando come il tuffatore cosentino sia diventato ormai parte integrante dell’azienda: “L’emozione provata da tutto il Paese è stata vissuta ancora più intensamente in Calabria e in questa impresa, che noi consideriamo la sua famiglia allargata. Speriamo che questo evento possa portare fortuna alla carriera di Giovanni, anche perché è un ragazzo calabrese e quando i successi avvengono in Calabria valgono sempre doppio”.

I sacrifici di un giovane campione

Un elemento fondamentale per i successi di Giovanni Tocci è rappresentato dalla sua famiglia. Il padre Gabriele e la madre Liberata hanno sempre accompagnato la carriera del figlio, insegnandogli i valori dell’umiltà e del lavoro, principi essenziali per arrivare ad ottenere grandi traguardi.
Questo evento mi rende orgoglioso di essere cosentino e calabrese. Per arrivare a questi livelli – ha dichiarato Tocci – sono stati necessari tanti sacrifici, non solo da parte mia ma anche dei miei genitori che fin da piccolo mi hanno dovuto accompagnare in piscina e aspettare che finissi l’allenamento. Per me è stato importante anche il lavoro svolto nella piscina del Cosenza Nuoto. Sono sicuro che in futuro si sentirà parlare di questo centro dandomi la possibilità di lavorare ancora meglio.
Ringrazio anche i colleghi di mio padre – ha concluso il campione cosentino – che mi sono stati vicini con messaggi e con tanto affetto. Il loro lavoro è molto duro, ma una cosa è certa: i sacrifici vengono sempre ripagati”.

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