Assolac raccontata dal Quotidiano del Sud – Calabria

Fiore all’occhiello della Calabria. Con queste parole viene descritta Assolac su Il Quotidiano del Sud – Calabria in un articolo firmato dalla giornalista Laura Della Pasqua.

In occasione dei 25 anni dall’iscrizione a Confindustria Calabria, celebrata dall’organizzazione di rappresentanza degli industriali con un premio di riconoscimento, la nostra cooperativa trova spazio sulle pagine de Il Quotidiano del Sud, dove viene raccontata la storia di Assolac e il funzionamento della filiera del latte fresco calabrese anche attraverso le parole del presidente Nola.

“L’obiettivo iniziale” – spiega il presidente Camillo Nola, “fu quello di aggregarsi, senza distinzione di dimensioni fra le stalle produttive, per avere maggiore forza contrattuale sui mercati locali. I produttori calabresi, nei primi anni Cinquanta faticavano a reggere il confronto con le grandi industrie del Nord Italia per via delle dimensioni ridotte e dell’assenza di un coordinamento dell’offerta. La costituzione della Centrale del Latte di Cosenza rappresentò, pertanto, una scelta strategica che consentì nel lungo periodo a micro, piccole e medie aziende produttive calabresi di competere sui mercati nazionali ed internazionali“.

La produzione di un latte di alta qualità è il primo obiettivo di Assolac e dei suoi soci, i quali possono usufruire di una serie di servizi per il monitoraggio costante del proprio prodotto e il conseguente miglioramento degli standard di qualità: “Oltre alla raccolta e commercializzazione del latte – aggiunge Nola – forniamo servizi ai soci, come le analisi del prodotto e quei dati che servono a migliorare la qualità della materia prima. E’ una realtà importante. La produzione è di circa 50mila tonnellate di latte l’anno che proviene dalle 8900 vacche degli associati. Abbiamo orientato i soci all’alta qualità promuovendo l’adozione di disciplinari volontari che servono a migliorare il prodotto”.

Ma per avere un prodotto di alta qualità è necessario investire anche sulla salubrità dell’ambiente produttivo e soprattutto sul benessere animale. Per i nostri allevatori le vacche sono dei veri e propri membri di famiglia e, in quanto tali, vanno tutelati e fatti vivere in ambienti puliti, sicuri e dotati di ogni confort.
Assolac punta ad andare ben oltre i requisiti minimi previsti dalla legislazione italiana, rendendo il benessere animale l’elemento centrale del proprio modello aziendale: “Gli animali – dichiara il presidente Nola – hanno bisogno di adeguati spazi per muoversi liberamente all’aperto e di ampie strutture coperte, in cui siano garantiti la pulizia e l’igiene, idonei dispositivi di biosicurezza, adeguati sistemi di areazione per far fronte ai mutamenti climatici e la costante disponibilità di acqua potabile“.

Sempre in materia di benessere animale ed igiene delle stalle, Assolac sta portando avanti, da diverso tempo, delle azioni per la prevenzione da patologie come la tubercolosi, la brucellosi e ad altre malattie che possono colpire gli animali. In questo modo si mette al sicuro il patrimonio zootecnico e si aumenta il livello di sicurezza alimentare del prodotto finale.

Un ultimo punto trattato dal presidente Nola nell’intervista a Il Quotidiano del Sud riguarda la forma d’impresa scelta da Assolac e rivelatasi poi vincente: la cooperativa. “Il fatto che esista una cooperativa del latte calabrese – conclude Nola – è un fatto di rilievo. C’è una problematica legata alla cultura. L’individualismo è sempre stato un problema anche perchè le politiche agricole hanno cercato di intercettare soprattutto le esigenze del singolo”.
Superare, dunque, le logiche individualiste tipiche del mondo imprenditoriale calabrese è fondamentale per lo sviluppo della nostra regione e il miglioramento del livello di competitività delle nostre aziende su scala globale.

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Patogenesi della brucellosi e misure di biosicurezza negli allevamenti

Continua l’impegno di Assolac per migliorare la biosicurezza degli allevamenti attraverso azioni di prevenzione contro le patologie che possono colpire i propri animali.

Si colloca all’interno di questo scenario operativo l’iniziativa “Patogenesi della brucellosi ed applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti“. L’incontro, che si terrà lunedì 23 settembre alle ore 10 presso la sala convegni di Assolac, darà la possibilità ai soci della cooperativa e non solo di conoscere i rischi di una malattia come la brucellosi e soprattutto di comprendere quale siano le azioni di prevenzione più efficaci. Ci parlerà di questo argomento la Dott.ssa Manuela Tittarelli, Responsabile del Centro di Referenza Nazionale per la Brucellosi istituito presso l’Istituto Zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e Molise.

prevenzione contro la brucellosiL’Agroalimentare Associazioni Latte Calabresi ha scelto da tempo di affrontare questi problemi investendo fortemente sulla prevenzione e sull’informazione: solo attraverso una strategia di questo tipo, infatti, è possibile rendere le stalle più sicure. Sempre in quest’ottica si collocano, ad esempio, le azioni intraprese da Assolac per ridurre drasticamente l’uso degli antibiotici nelle stalle ed impedire lo sviluppo di un’altra patologia frequente negli allevamenti come la paratubercolosi.

Nel corso dell’incontro di lunedì prossimo, che sarà moderato dal Prof. Andrea Serraino, si parlerà anche della situazione sanitaria degli allevamenti calabresi con il Dott. Gianluca Grandinetti, dirigente della task force veterinaria della Regione Calabria, che farà il punto sugli interventi effettuati in tutta la regione in materia di biosicurezza.

Alla fine dell’iniziativa ci sarà anche la possibilità di chiedere chiarimenti e di approfondire eventuali questioni emerse durante la discussione.

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Assolac: i servizi offerti alle imprese agricole e ai giovani agricoltori

L’Agroalimentare Assolac è un organismo che fornisce servizi di consulenza alle aziende agricole e ai giovani imprenditori con l’obiettivo di migliorare la competitività e la sostenibilità delle imprese regionali. Questa funzione è riconosciuta ai sensi del D.M. del 3 febbraio 2016 con D.D.G. della Regione Calabria n.5260 del 19/05/2017 e come tale legittima l’organismo a presentare domanda d’aiuto a valere sulla misura 2.1.1 del Psr 2014/2020.

Servizi di consulenza offerti

Assolac attiverà un piano di consulenza che riguarda i seguenti ambiti:

  • gli obblighi a livello aziendale derivanti dai criteri di gestione obbligatoria e/o dalle buone condizioni agronomiche e servizi consulenza assolacambientali di cui al titolo VI, capo I, del regolamento UE 1306/2013.
  • le misure a livello aziendale previste nel PSR Calabria 2014/2020 nell’ambito della FA 2A e 2B volte allo startup, all’ammodernamento dell’azienda, al perseguimento della competitività e al posizionamento sui mercati (in questi due casi l’attività di consulenza non deve riguardare la redazione del business plan per l’accesso al sostegno del PSR); della FA 3A volti all’integrazione di filiera, allo sviluppo della filiera corta, alla diffusione di regimi di qualità;
  • le questioni inerenti le prestazioni economiche ed ambientali dell’azienda agricola, ivi incluse quelle sugli aspetti dell’attuazione degli impegni agro-climatico ambientali e gli aspetti relativi alla competitività;
  • aspetti sanitari delle pratiche zootecniche.

NOTA BENE: le aziende agricole e i giovani agricoltori che hanno già rapporti di consulenza con altri organismi non potranno attivare il piano di consulenza con l’Agroalimentare Assolac in merito a questa specifica misura del PSR (Misura 2.1.1).

Per richiedere i suddetti servizi i soggetti interessati dovranno contattare gli uffici di Assolac ai riferimenti sotto riportati entro e non oltre il 20 Luglio.

Riferimenti – Telefono: 0981.4101
Email: info@assolac.it
PEC: assolac@pec. assolac.it

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I consumatori italiani scelgono il benessere animale

Il benessere animale è una priorità assoluta negli allevamenti da latte calabresi. Provate a visitare le nostre stalle: noterete subito il legame affettivo che unisce gli allevatori con le proprie vacche.

Per i produttori gli animali non rappresentano solo una fonte di reddito, ma sono anche parte integrante della loro storia familiare e personale. Tutti quelli che hanno vissuto in campagna (e in Calabria sono molti) avranno avuto la possibilità di giocare spensieratamente, da bambini, con le balle di fieno o con un vitellino. Alle vacche da latte, insomma, sono legati bei ricordi d’infanzia ed episodi di gioia della propria vita adulta.
C’è poi un aspetto da non sottovalutare: le vacche scandiscono i ritmi (e spesso gli umori) degli allevatori.
Momenti come la mungitura, il parto di un animale o la malattia di un capo di bestiame segnano inevitabilmente la giornata dei nostri soci. In un allevamento da latte non esistono giorni di riposo: tutto ruota attorno alle esigenze degli animali.

Ecco perché il benessere animale è una priorità assoluta per Assolac. Migliorare la salute, l’igiene e la serenità delle proprie vacche è un obiettivo che tutti i soci provano a raggiungere investendo tempo, risorse ed energie.

Anche i consumatori, del resto, premiano quelle stalle che garantiscono agli animali un ambiente sano e sicuro. Anzi c’è di più. Secondo l’ultima analisi di Coldiretti/Ixè due italiani su tre (il 63%) sarebbero disposti a pagare di più per una carne ottenuta rispettando il benessere degli animali. Questo vale ovviamente anche per gli allevamenti da latte.

Assolac intende rafforzare sempre di più la salubrità delle stalle calabresi e combattere chi diffonde notizie (false) sul cattivo stato di salute delle vacche da latte. I nostri animali vivono in stalle ampie, dotate di efficienti sistemi di areazione e ricche di spazi aperti che consentono loro la massima autonomia.
E il nostro obiettivo è migliorare ancora di più effettuando anche una serie di azioni di prevenzione contro le malattie, riducendo l’uso degli antibiotici ed incentivando i controlli sulla qualità del latte prodotto. Il benessere animale non è quindi un principio vuoto, ma la vocazione principale degli allevamenti calabresi.

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Latte al cioccolato? Per il 7% degli americani viene prodotto dalle mucche marroni

I bambini lo adorano e anche i più grandi, quando possono, ne bevono volentieri un bicchiere. Il latte al cioccolato è una bevanda particolarmente apprezzata da grandi e piccini e rappresenta certamente una delle immagini più iconiche della nostra infanzia. Eppure non tutti sanno come viene prodotto, anzi c’è di più: molti credono addirittura derivi da alcune mucche particolari, nello specifico da quelle di colore marrone.

Ce lo dice una ricerca effettuata dall’Innovation Center of US Dairy, secondo la quale addirittura il 7% degli intervistati di nazione americana pensa che il latte al cioccolato venga dalle mucche marroni. A crederlo non sono bambini ma adulti, dal momento che l’indagine è stata svolta su un campione di 1.000 persone con più di 18 anni di età. Sempre secondo questa ricerca, il 48% non sa da dove viene latte il latte al cioccolato e di conseguenza come viene prodotto.

Questi dati evidenziano, dunque, una scarsa se non addirittura inesistente conoscenza di come funzioni la filiera del latte. Siamo di fronte ad un chiaro problema di educazione alimentare che, purtroppo, è presente anche in Italia e noi di Assolac ne siamo testimoni.
Spesso, infatti, nella fattoria didattica gestita da un nostro socio, i fratelli Garrafa, i bambini chiedono di poter conoscere “la mucca che fa il latte al cioccolato”. Questo perché i bambini, com’è noto, non vivono più da vicino la realtà delle zone rurali, né tanto meno conoscono il funzionamento delle filiere agricole.

Diventa, dunque, necessario incentivare i percorsi di educazione alimentare all’interno delle scuole, dando la possibilità ai più piccoli di visitare in prima persona le stalle e di assistere così all’intero processo produttivo, dalla mungitura alla fase di lavorazione del latte, fino ad arrivare alla partenza degli automezzi della distribuzione.
L’età dell’infanzia è il periodo delle domande e della grande e insaziabile sete di conoscenza: sta a noi fornire ai bambini risposte esaustive, facendo comprendere loro quanto sia importante sapere cosa mangiamo e pretendere, di conseguenza, prodotti sani, tracciabili e, in via definitiva, di alta qualità.

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Perché è importante ridurre l’uso di antibiotici negli allevamenti

Negli ultimi anni c’è stato un grande dibattito nel mondo agricolo sul tema dell’utilizzo degli antibiotici negli allevamenti. Un uso eccessivo e indiscriminato può causare, infatti, problemi di salute agli animali e all’uomo, oltre a provocare danni economici agli allevatori.

Sia l’Unione Europea che la legislazione italiana sono recentemente intervenuti su questo tema. Oggi gli antibiotici possono essere utilizzati solo per motivi terapeutici e in seguito a specifica diagnosi di patologie come le mastiti, diaree neonatali e patologie di tipo respiratorio. La legge esclude, invece, la somministrazione di antimicrobici agli animali per prevenire malattie o a scopo auxinico, ovvero come fattore di crescita della produttività della vacca.

Al di là delle limitazioni di carattere legale, è fondamentale provare a razionalizzare ancora di più l’uso di questi farmaci.
Una delle ragioni principali riguarda la scoperta, avvenuta negli ultimi anni, di un numero sempre maggiore di specie batteriche resistenti agli antibiotici, generate in parte da un uso intensivo di antimicrobici. La diffusione di questi batteri può causare rilevanti problemi di salute pubblica: diventa quindi ancora più importante intervenire in maniera mirata e consapevole.
Ci sono poi anche delle questioni di natura economica. È stato calcolato, infatti, che tra scarti di latte e in generale costi dovuti a patogeni mastitogeni, ogni stalla rischia di perdere circa 20.000 euro l’anno.

Asso.La.C., allora, sta lavorando per aiutare i propri allevatori a ridurre al minimo l’uso di antibiotici. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale innanzitutto formare al meglio il personale che si occupa delle fasi più delicate dell’attività produttiva (es. mungitura e alimentazione vacche) e migliorare la qualità e l’igiene delle stalle.
Per la nostra cooperativa è essenziale il benessere degli animali e la sicurezza del prodotto finale. Ecco perché forniamo e forniremo sempre ai nostri soci tutta l’assistenza e gli strumenti necessari per avere degli ambienti produttivi efficienti, puliti e all’avanguardia.

Nei prossimi anni sarà necessario poi investire anche sulla biosicurezza, ovvero sulla prevenzione da patologie che colpiscono di più gli animali, e su un percorso diagnostico accurato, cioè su diagnosi che consentano un uso degli antibiotici mirato e razionalizzato.
Il 13 dicembre torneremo a parlare di questo argomento con un incontro con diversi esperti del settore dove si farà il punto della situazione sull’utilizzo degli antibiotici in Calabria e sulle possibili soluzioni per ridurne l’uso. Riteniamo, infatti, sia fondamentale istruire al meglio i nostri soci sulle buone pratiche da adottare in stalla e sulle più recenti evoluzioni e innovazioni in questo ambito.
Seguiteci sulla nostra pagina Facebook per avere maggiori informazioni.

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Il programma di Assolac al Festival del Peperoncino 2018

Anche quest’anno Assolac sarà partner del Festival del Peperoncino. L’evento, che si svolgerà dal 5 al 9 settembre a Diamante, è ormai un punto di riferimento delle manifestazioni calabresi a tema culinario, attraendo in ogni edizione migliaia di persone e ospitando artisti e personalità di spicco nazionale e internazionale.

Assolac sarà presente con il proprio stand durante tutti i cinque giorni del Festival e proporrà una serie di attività volte alla promozione della filiera del latte fresco e del caciocavallo silano Dop.
Quest’anno abbiamo scelto di assegnare il ruolo di protagonista assoluto alla cucina calabrese. Da giovedì a domenica, infatti, nello stand di Assolac saranno realizzati diversi show cooking che avranno come tema il latte e i suoi derivati.
Vi presenteremo ricette fantasiose e facili da realizzare che hanno come ingrediente principale il latte fresco e il caciocavallo silano Dop, accompagnando i piatti con degli ottimi vini calabresi marchiati Ferrocinto.
Sarà quindi un’ottima occasione per conoscere le potenzialità culinarie del latte in un contesto, quello del Festival, che ospita le migliori eccellenze alimentari nostrane.

Venerdì 7 settembre sarà poi il turno delle proiezione del reportage Il Nostro Latte, dove raccontiamo le storie degli allevatori di Assolac e mostriamo il funzionamento di tutta la filiera lattiero casearia, dalla mungitura alla distribuzione, passando per la raccolta e i controlli.
Tutti i visitatori del Festival potranno così conoscere il tipo di lavoro che c’è dietro la produzione di una bottiglia di latte e soprattutto comprendere quali sono i valori che portiamo avanti da più di 30 anni.
Anche quest’anno, infine, ci sarà l’opportunità di assaggiare i nostri prodotti e di chiedere allo staff presente tutto quello che volete sapere sulla filiera del latte calabrese.

Di seguito il programma completo dello stand di Assolac:

  • Giovedì 6 settembre ore 20 – Università del gusto (Lungofiume Sponda destra):
    Show Cooking Il Caciocavallo silano DOP fra storia e sapori
  • Venerdì 7 settembre ore 22 – Università del gusto (Lungofiume Sponda destra):
    Show Cooking
    Il nostro latte – Reportage sul latte fresco in Calabria
  • Sabato 8 settembre ore 21 – Università del gusto (Lungofiume sponda destra):
    Show Cooking: Caciocavallo silano DOP e Vini di Calabria – Un binomio vincente
  • Domenica 9 settembre ore 20 – Università del gusto (Lungofiume sponda destra):
    Show Cooking: Il latte fresco in cucina – Dove e come usarlo
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No, il latte non provoca l’obesità infantile

Il latte e i formaggi non promuovono lo sviluppo dell’obesità infantile. Lo dice una ricerca presentata nell’ultimo congresso europeo sull’obesità svoltosi a Vienna.

I dati sull’obesità infantile e neonatale in Italia

Negli ultimi anni si era diffusa la preoccupante convinzione che ci fosse una stretta correlazione tra il consumo di latte vaccino e l’insorgere dell’obesità infantile. Un problema, quest’ultimo, che l’Italia deve fronteggiare con particolare attenzione: nel nostro Paese, infatti, il 21% dei bambini soffre di obesità e circa la metà è in sovrappeso. Sono dati che collocano addirittura l’Italia al poco edificante primo posto a livello europeo e che devono sicuramente fare riflettere.
Preoccupano anche i numeri relativi ai bambini con meno di un anno. Secondo lo studio nazionale “Piccolipiù“, infatti, il 23,4% dei bambini e il 22,1% delle bambine di età inferiore a 12 mesi si trova sopra il limite dei bambini sovrappeso.
Il problema, dunque, dell’obesità infantile e neonatale è serio e va affrontato.

Il latte non promuove obesità e sovrappeso

Non c’è però alcun rapporto certo e provato scientificamente tra il consumo di latte e derivati e l’obesità infantile. Secondo, infatti, uno studio coordinato da Anestis Dougkas, endocrinologo dell’Istituto Paul Bocuse, e presentato al recente congresso di Vienna non ci sono prove che un’alimentazione con la presenza di latte e formaggi stimoli la fame dei bambini e favorisca l’obesità.

La ricerca ha coinvolto oltre 200mila bambini tra il 1990 e il 2017 e ha rivisto profondamente gli esiti di alcuni studi effettuati negli anni Ottanta. “I nostri risultati – hanno dichiarato i ricercatori – dovrebbero alleviare qualsiasi preoccupazione che i genitori possano avere riguardo alla limitazione del consumo di latte e prodotti lattiero-caseari dei loro figli sulla base del fatto che possano promuovere l’obesità“.

Al contrario, secondo questa ricerca, il latte vaccino e i formaggi sono fondamentali per la crescita dei bambini, quindi il consumo di questi prodotti (soprattutto in tenera età) va sicuramente promosso (l’importante, ovviamente, è non esagerare!).

Verso una migliore educazione alimentare per i bambini

In generale questa ricerca smonta l’ennesima fake news alimentare, molte delle quali riguardano proprio il latte e i formaggi. Di qui ai prossimi anni sarà fondamentale effettuare percorsi di educazione alimentare per i genitori e i bambini, aiutandoli a comprendere le notizie inesatte e a capire quali sono i benefici ed eventualmente i limiti di un’alimentazione basata anche sui prodotti lattiero-caseari.

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Latte Days: la grande festa di Assolac con i bambini delle scuole

Un tripudio di musica e giochi insieme ai bambini delle scuole. Così potremmo riassumere i Latte Days, le giornate dedicate all’eduzione alimentare sul latte e i suoi derivati finanziate dall’Unione Europea, promosse dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e organizzate dalla Camera di Commercio di Catanzaro.

Latte Days a Catanzaro

Asso.La.C. ha partecipato alla seconda e ultima giornata dell’iniziativa, svoltasi sabato 26 maggio presso il Parco della Biodiversità Mediterranea a Catanzaro. Erano presenti oltre 400 bambini delle scuole primarie di Catanzaro che hanno ballato, cantato e scoperto tanti aspetti a loro sconosciuti sulla filiera del latte. La nostra cooperativa ha deciso di sostenere questo evento perché convinta dell’importanza dell’educazione alimentare nelle scuole.

Per una corretta informazione sul latte

Sono sempre più numerose le fake news sul latte e i suoi derivati diffuse sul web, notizie che alimentano pregiudizi e danneggiano pesantemente un settore chiave dell’agroalimentare italiano. Per questo è fondamentale diffondere in maniera capillare informazioni corrette sui metodi di raccolta e di produzione del latte, sui controlli che vengono effettuati ogni giorno e sulle proprietà benefiche di questo alimento. Per l’occasione sono intervenuti anche i nutrizionisti del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (Crea) che hanno spiegato ai bambini e ai loro insegnanti perché il latte è un alimento sano, energetico e sicuro.

Asso.La.C., invece, ha avuto l’opportunità di raccontare ai bambini come funziona l’intera filiera e dire loro da dove viene il latte che bevono ogni mattina a colazione. Lo abbiamo fatto attraverso la proiezione del nostro reportage e rispondendo a tutte le loro domande, sempre brillanti e spontanee. La giornata si è conclusa con l’arrivo delle mascotte di alcuni cartoni animati, come Minni e Winnie the Pooh, che hanno giocato con i piccoli ospiti e con la degustazione di prodotti lattiero caseari (yogurt, mozzarelle e formaggi) offerti dal Mipaaf grazie ad un bando ministeriale.

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Il latte fresco immancabile nel carrello della spesa degli italiani

Il latte fresco è il terzo prodotto lattiero caseario più venduto nella grande distribuzione. Lo dice un’indagine realizzata dal Centro di ricerca su Retailing e Marketing (Rem Lab) dell’Università Cattolica di Milano per conto di Assolatte.

Il carrello della spesa degli italiani

La ricerca ha preso in considerazione un carrello della spesa da 6,5 miliardi di euro composto da latte e derivati. Il prodotto lattiero caseario in assoluto più venduto nel 2017 nei supermercati e negli ipermercati è il latte UHT con 961 milioni di euro di vendite che rappresentano quasi il 15% del giro d’affari di tutto il comparto latte. Poco dietro c’è la mozzarella che si conferma dunque il formaggio più venduto.
Ottimi anche i dati del latte fresco, le cui vendite nella GDO raggiungono quota 715 milioni di euro. Se mettiamo insieme latte fresco e UHT notiamo che il carrello della spesa degli italiani, limitatamente al settore lattiero-caseario, è composto per il 25% da questi due prodotti.

La scelta dei prodotti locali

I numeri appena citati sono la conferma, dunque, dell’alto livello di gradimento del latte fresco tra i consumatori, soprattutto quando viene certificata la sua provenienza locale. Negli ultimi anni, infatti, gli italiani sono sempre più propensi ad acquistare prodotti del territorio. In moltissimi casi sono anche disposti a spendere di più pur di avere la certezza di gustare un alimento sano, genuino e nato da una filiera sostenibile.

Il latte fresco calabrese appartiene a pieno titolo a questa categoria. Si tratta, infatti, di un prodotto proveniente solo da stalle calabresi e lavorato in Calabria nello stabilimento di Castrovillari (basta guardare l’etichetta!) prima di essere distribuito in tutto il Mezzogiorno. Il nostro latte, inoltre, viene controllato in tutte le sue fasi, partendo dalla raccolta, dove viene analizzato il livello di acidità, fino allo scarico in stabilimento. Qui viene sottoposto a controlli più approfonditi per verificare la presenza di sostanze inibenti e valutare nel dettaglio i parametri chimici e fisici.
Il latte fresco calabrese è dunque un prodotto controllato, certificato e di provenienza 100% locale.

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